
Il “Grande Reset“ è nato a Davos e non si può votare.
Perché? Perché trattasi di socialismo fascista, corporativismo.
Il progetto socialista fascista originario, in Italia e in Germania, era incentrato sulla fusione di Stato e impresa (attualmente, ONU e WEF si stanno adoperando per la loro fusione).
Mentre il “comunismo“ -l’arma dei socialisti- prevede l’acquisizione degli affari e dell’industria da parte del governo (vampirismo aziendale e sociale), che – per la visione teorica di stolti e illetterati – “agisce nell’interesse del popolo“, il socialismo fascista consiste nell’usare lo Stato per proteggere e promuovere esclusivamente gli interessi dell’élite ricca ricorrendo alla creazione di “nuove leggi“.
Ma andiamo per gradi…
Anzitutto, è bene precisare che il termine “fascismo“ non si tratta del classico fascismo con le marce militari e via dicendo, ma trattasi di unionismo di governo e industria (socialismo) fatti fondere per la “comunità“.
A differenza della rivoluzione agricola, della rivoluzione industriale e dell’era dell’informazione, il “Grande Reset“, altrimenti noto come “Quarta Rivoluzione Industriale“, sarà invocato dai governi con forza e senza consenso popolare nonostante l’inutilità e l’illusorietà delle votazioni in corso, poiché “votare“ è diventato anacronistico, dal momento in cui i giochi sono già stati ideati e avviati da parecchi decenni a questa parte; le basi di questo enorme progetto concettuale di ripristino sono state proprio le misure coercitive del cosiddetto “coronavirus“ (fantapandemia), unitamente al falsificazionismo di quel presunto “cambiamento climatico“ (peraltro, un fenomeno naturale che avviene da quando esiste la terra) e alla propaganda statalista.
ONU e WEF, dicevamo. Trattasi di intimo collaborazionismo socialista fascista, poiché ONU si interessa di politica, mentre il WEF si occupa di industria ed economia. Quindi, questa fusione collaborazionista viene esibita alla massa comune come un’alleanza che si pre-occuperà del “bene comune“. È nient’altro che una violenta riconfigurazione del socialismo fascista il quale, nel tempo, è riuscito a riunire tutti i suoi “lacchè di stato“, inserendoli nei più ambiziosi posti di comando.
L’idea di “stato“ è piuttosto confusa nella massa comune, poiché attualmente gli “stati“ si sono cristallizzati in una sorta di “sistema feudale“ (feudalesimo): proprio come in epoca medievale. Tale sistema permette ai Costruttori di essere in grado di mantenere il controllo di determinati aspetti per poter controllare tutto attraverso l’aristocrazia feudale che possiede il territorio (stati o nazioni), mentre i “servi della gleba“ (la cittadinanza) vive nei possedimenti di questa aristocrazia feudale (la tassazione degli immobili è il “pizzo“ da consegnare a queste signorie neofeudali che consentiranno ai cittadini-servi di vivere in una certa autonomia, senza però “possedere nulla dovendo obbligatoriamente rimanere felici” [come lo slogan del WEF: «Non avrete più nulla e sarete felici»]).
Sostanzialmente, il socialismo fascista intende noleggiare ogni cosa al cittadino che ne avrà bisogno, mentre Schwab sta continuando a promuovere pesantemente l’idea assurda ed utopistica di “Grande Reset” che passa attraverso la manipolazione mentale delle masse mediante lo spauracchio del catastrofismo climatico e/o di una guerra nucleare.
«Miriamo a tornare al punto in cui eravamo prima, o dovremmo cogliere l’opportunità per rendere la società più giusta, più intelligente e più verde e portare l’umanità fuori strada verso la catastrofe climatica con un “Grande Reset“?», scrive Klaus Schwab nel suo libro “Covid-19: The Great Reset“, descrivendo come il “virus“ (fantavirus, ndr) abbia sconvolto le infrastrutture sia economiche che sociali e «…quali cambiamenti saranno necessari per creare un mondo più inclusivo, resiliente e sostenibile per il futuro»(sic!)

Dunque, l’aristocrazia com’è stata nel Medioevo non esiste più; attualmente esiste la “nuova aristocrazia“ feudale -identificabile nei multimiliardari che gestiscono le aziende- che ha acquisito un potere straordinariamente immenso, mettendo volontariamente in crisi le aziende medio-piccole. In buona sostanza, la collaborazione ONU/WEF entrerà violentemente in gioco dichiarando di farlo per il “bene comune“, cioè facendo credere all’uomo comune che con una tale alleanza tra governo e industria si otterranno benefici per la “comunità“: attenzione… non “benefici“ per l’individuo in quanto singola persona, ma per la società collettiva (“bene comune“)! Tutto ciò condurrà e svilupperà un processo sistemico di assistenzialismo, dove lo “stato-industria“ fornirà alloggi ai propri lavoratori finché resteranno al servizio di questo tragico sistema feudale, il quale altri non è che socialismo fascistariformato (parallelismo del già sperimentato sistema di comunismo bolscevico) per raggiungere il controllo totale del mondo.
Complici del disegno globale i media che, infatti, appaiono essere pieni di spunti promozionali circa l’uguaglianza e la distruzione ambientale da parte della sinistra progressista, sovente affermando che «…rimane urgente e vitale che i governi debbano riscrivere il “contratto sociale“ (contrattualismo, ndr) per provvedere al maggior numero possibile di interventi (interventismo statalista, ndr)».
Con l’avvento di un mondo digitalizzato che investe la vita umana, si sta creando un “uomo omogeneizzato” che può essere teleguidato più facilmente: il mondo orwelliano dell’homo digitalis è iniziato. È mediante le tendenze dominanti che si cerca attraverso i media il totale conformismo della coscienza delle masse. Per esempio, Gustave Le Bon aveva predetto una situazione del genere nel suo libro “La psicologia delle masse“, un testo che è diventato importante per lo studio dei ricercatori massmediatici circa le reazioni dei gruppi subordinati ai media stessi.
SAGGISTICA DI APPROFONDIMENTO: #CdUCdD
Riguardo al tentativo di ricreare l’uomo e di reinventare il mondo, ebbene… questi tentativi sono avvenuti in passato e si sono sempre trasformati in movimenti totalitari: come nel caso del “terrificante esperimento umano” dell’Unione Sovietica, «l’utopia di un paradiso terrestre, in ogni sua forma, dà luogo ai più grandi crimini contro l’umanità».
Sarà bene che le persone inizino ad acquisire la “percezione del pericolo“ che la realtà ci dimostra ogni giorno che passa, altrimenti si rischia di farsi inghiottire da tutte queste bugie preconfezionate. Perché, lo sappiamo, ripetendo più e più volte queste bugie, la gente prima o poi ci crederà. Siamo di fronte a una grande bugia e a una grande truffa: la più grande truffa della storia, nel giudizio più clemente, prima di una brutale esagerazione. Inoltre, non è consentita alcuna discrepanza al riguardo perché trattasi di cruda e violenta realtà.
Osservandole da questo versante, le pericolose insidie delle politiche sui “cambiamenti climatici“ saranno la prossima copertina della Storia.
«Le lancette dell’orologio riveleranno ogni cosa. Tempo al tempo»
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